Milano lungo i Navigli: la Darsena e il Vicolo dei Lavandai

Passeggiando per il Naviglio Grande di Milano ci sono due tappe obbligatorie: la Darsena e il suggestivo Vicolo dei Lavandai. Mentre la prima, completamente ristrutturata in occasione di Expo, è il fulcro della vita mondana meneghina; il secondo è un luogo che porta i visitatori a fare un salto indietro nel tempo, immaginando le lavandaie con i fazzoletti sul capo che immergono i capi nelle acque che dal Naviglio formano il canale chiamato “Fosset”.

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Darsena: storia del vecchio porto di Milano

La Darsena, situata alla fine del corso del Naviglio Grande, era l’antico porto di Milano: nata per motivi militari venne poi trasformata nel più grande approdo commerciale della città meneghina. Da qui parte anche il Naviglio Pavese che ben presto divenne la “via dell’acqua” degli austriaci. Nei pressi della darsena si trova Piazza XXIV Maggio, un antico luogo di mercato del bestiame e che oggi è diventato piazza del mercato. Nella zona del Naviglio Grande è nata anche la società sportiva Canottieri Milano, tuttora attiva. Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale il Naviglio e la darsena ebbero uno sviluppo importante e arrivarono a trasportare fino a 500.000 tonnellate di merci: questo a causa sia della difficoltà di reperire carburante, che per i bombardamenti che minavano il transito su strade e ponti. L’ultimo approdo alla darsena fu il 30 marzo 1979.

Da quel momento la zona venne pressochè dimenticata e trascurata: il Naviglio divenne scarico delle acque reflue delle aziende limitrofe o fonte di irrigazione per i campi circostanti. Nel 2004 il Comune di Milano aveva ordinato la costruzione di un parcheggio per le automobili, ma nel corso dei lavori vennero ritrovati diversi reperti storici: tra i ritrovamenti più importanti le mura spagnole e una piattaforma di legno che dovrebbe essere il pavimento originale della Conca di Viarenna. La darsena è stata ufficialmente riaperta nel 2015, in seguito alla ristrutturazione di Expo che ha riportato all’antico splendore il bacino idrico, le sponde e i dispositivi di attracco ed ormeggio.

Vicolo dei Lavandai a Milano: un angolo da scoprire

Una delle mete preferite dei tour in battello della darsena è il Vicolo dei Lavandai: anticamente una strada popolata dalla Confraternita dei Lavandai, oggi uno scorcio suggestivo della città. Questo vicolo venne costruito alla fine degli anni ’50 ed era utilizzato per lavare la biancheria degli abitanti del quartiere. Nel XVIII secolo fu fondata la Confraternita dei Lavandai di Milano, un’associazione maschile che effettuava il bucato per il ceto nobile. La Confraternita era devota a Sant’Antonio da Padova, a cui è dedicato un altare nella vicina Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio. I panni venivano trasportati all’interno di apposite gerle; i lavandai si inginocchiavano su delle panche di legno chiamate brellìn e lavavano i panni nel Naviglio, strofinandoli su lastre di pietra. Il detersivo utilizzato era chiamato palton, una pasta semidensa realizzata con cenere, sapone e soda; nei capi più delicati veniva effettuato un trattamento di 24 ore con escrementi di vacca e bue e lisciva.

Se inizialmente il mestiere dei lavandai era riservato agli uomini con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale e la chiamata alle armi, il lavoro è stato proseguito dalle donne che lo hanno portato avanti fino agli anni Cinquanta, quando l’avvento della lavatrice ha portato alla dismissione dei lavatoi. L’importante apporto delle donne a questo lavoro spiega il motivo per cui i milanesi definiscono la zona come “Via delle Lavandaie”. Ancora oggi si possono vedere alcuni attrezzi del mestiere come l’antica centrifuga che serviva per asciugare la biancheria. Tra le case del vicolo c’era anche una drogheria, oggi trasformata in un ristorante ma ancora riconoscibile, che vendeva il sapone e gli accessori per lavare il bucato.

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