Sono sempre più i giovani italiani che scelgono di intraprendere la loro carriera lavorativa all’estero. In particolare i ragazzi e le ragazze che hanno effettuato studi linguistici si mettono alla prova come traduttori o interpreti, svolgendo i loro incarichi al di fuori del nostro Paese. Una carriera molto ambita, anche per la buona remunerazione economica, è quella di traduttore all’interno delle organizzazioni diplomatiche internazionali o nelle ambasciate italiane all’estero. Un lavoro che può essere svolto sia come freelance sia come dipendente statale, come vedremo in questo articolo scritto insieme agli esperti di Dotwords.

Traduttore diplomatico in ambasciata: ruolo

Instaurare relazioni con i paesi ospitanti è uno dei compiti principali delle ambasciate italiane all’estero. In un contesto così delicato, la figura del traduttore si rende sempre più indispensabile: esso rappresenta il collegamento fisico tra la nostra Nazione e il paese ospitante e proprio per questo ricopre un incarico di grande responsabilità. Il traduttore lavora a stretto contatto con i ministeri, gli uffici del cerimoniale, le istituzioni, gli organi di polizia e le varie associazioni presenti sul territorio. Oltre ad affiancare i diplomatici nelle operazioni di trattativa, si occupa anche di selezionare e tradurre la corrispondenza in entrata e in uscita dell’ambasciata. Il ruolo del traduttore è in continua evoluzione, poichè segue le complesse dinamiche del mondo della diplomazia e deve adattarsi a diverse situazioni. Coloro che lavorano all’interno delle ambasciate possono svolgere ruoli diversi anche a seconda del grado di attività del diplomatico che affiancano: l’obiettivo rimane quello di promuovere le iniziative che tutelano l’interesse nazionale, incentivare le relazioni economiche con altri Paesi e svolgere attività di tipo consolare, come il rilascio di visti o documenti, a tutela dei propri connazionali all’estero. L’importante compito che viene affidato al traduttore è quello di facilitare la comunicazione tra le persone che hanno lingue e culture diverse, al fine di garantire un’efficace collaborazione. In definitiva i traduttori che lavorano all’interno delle ambasciate ricoprono ruoli cardine con notevoli responsabilità: affiancano i funzionari diplomatici nelle relazioni internazionali e collaborano anche nei momenti cruciali di stesura degli accordi diplomatici e politici.

Quale formazione ti serve per lavorare come traduttore in ambasciata

Una formazione linguistica è quella che meglio apre al lavoro di traduttore o interprete all’interno delle ambasciate. Le competenze linguistiche e la conoscenza di due o più lingue straniere sono fondamentali per chi vuole intraprendere una carriera all’interno delle organizzazioni diplomatiche o delle istituzioni internazionali. I laureati in lingue, in particolare coloro che hanno frequentato Mediazione Linguistica e le magistrali di Scienze Linguistiche, Letterarie e della Traduzione, sono le persone più ricercate per questo tipo di carriera. Un buon traduttore, oltre ad avere le specifiche competenze sulla lingua, è in grado di conoscere e capire al meglio le dinamiche culturali, politiche e sociali, le tradizioni, le usanze del paese ospitante l’ambasciata. Indispensabile anche essere persone molto precise e scrupolose: il traduttore deve riportare in maniera fedele discorsi, documenti o atti e agisce per garantire buoni rapporti tra i Paesi. Un carattere riflessivo, attento e concentrato sicuramente rappresenta una buona base di partenza per svolgere con successo questa mansione. Le ambasciate sono aperte anche a coloro che hanno frequentato corsi di Laurea in Giurisprudenza, in Scienze Politiche o Relazioni Internazionali, a patto che abbiano una buona padronanza delle lingue, che rimangono lo strumento principale di interazione con il Paese ospitante. Allo stesso modo possono accedere al concorso, che viene indetto dal Ministero degli Esteri, anche le persone che hanno frequentato corsi di alta formazione in istituti linguistici, di mediazione ed interpretariato e che siano in possesso di certificazioni di livello. Leggi anche l’articolo: Impianti HVAC: come funzionano e vantaggi

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